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Gli Etruschi: “New Age” dell’antichità. Siti, Necropoli e Musei: Tarquinia – Vulci.

“Per gli Etruschi tutto aveva vita; l’intero universo era vivo e l’Uomo aveva il compito di viverci dentro e di portare la vita dentro di sé traendola dalle immense vitalità vaganti nel mondo… L’universo aveva una grande anima e vi erano miriadi di anime minori vaganti: ogni uomo, ogni creatura, ogni albero, lago, montagna, ruscello era animato e aveva una propria, peculiare forma di coscienza…

Il mare è quella immensa creatura primordiale che ha pure un’anima, la cui intima essenza è il grembo di tutte le cose, da cui ogni cosa è emersa e in cui ogni cosa è destinata a ritornare…” D.H. Lawrence – Etruscan Places.
Non si può descrivere il mondo Etrusco con parole più significative: eppure questo libro di Lawrence è poco conosciuto anche se tradotto in molte lingue.
Ma se ci si vuole avvicinare agli Etruschi non si possono ignorare i siti della Tuscia, dai quali proviene l’immensa quantità di reperti archeologici distribuita nei musei del pianeta.
Il Museo archeologico Nazionale di Tarquinia,
allestito nel superbo Palazzo Vitelleschi, e le tombe dipinte famose in tutto il mondo, che, in assenza di letteratura, raccontano la vita quotidiana come in un video, utilizzando la pittura come mezzo di comunicazione universale, sono sicuramente i luoghi etruschi più visitati.
Vulci è una località poco conosciuta ma non meno suggestiva. Il Castello della Badia si erge come un baluardo nella campagna maremmana, ai confini fra Lazio e Toscana, nelle vicinanze del sito archeologico dell’antica città.
Nell’interno si può ammirare il gradevole allestimento di un piccolo museo che espone pezzi di grande interesse. Il ponte etrusco-romano, adiacente al castello, si innalza sul fiume Fiora che scorre nel fondo di un canyon impressionante.
“Non si può danzare felici al suono del doppio flauto e conquistare il mondo per recuperare il denaro…” .E’ ancora Lawrence a evocare il destino di questo popolo che sarà cancellato dalla faccia della terra, dimenticato e ignorato per secoli,
fino a riemergere prepotentemente dalle profondità delle tombe quasi a dimostrare quell’immortalità nella quale aveva creduto.